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#Crisi energetica: un film già visto. L’#economia italiana non è certo nuova ad un contesto del genere. I più grandicelli ricorderanno i fatti dominanti negli anni settanta del secolo scorso.
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Le famigerate #domenicheecologiche conservano radici prolungate. All’epoca fu l’embargo dell’#OPEC ad inchiodare al palo le automobili americane ed europee. Il conflitto nello Yom-Kippur tra arabi e israeliani causò forti disagi sul piano petrolifero. Il prezzo dei #carburanti balzò alle stelle con l’allora Governo guidato da Mariano #Rumor costretto a correre ai ripari con il famoso decreto #Austerity.
Corsi e ricorsi storici con una sola e significativa differenza. Se da un lato il costo della #benzina schizzava, dall’altro il livello medio dei #salari assicurati ai #lavoratori cresceva virtuosamente. In tal modo la minaccia dell’inflazione incuteva meno timore. La situazione odierna appare al contrario decisamente diversa. La bilancia tra salto in avanti delle spese energetiche e stipendi netti elargiti ai dipendenti rimane in difetto. Inevitabilmente i risvolti della #guerra in atto tra #Russia ed #Ucraina si stanno ripercuotendo anche nei sistemi socio-economici dei paesi del Vecchio Continente.
L’#Italia non è esente da questi effetti. In tale contesto si inseriscono le ultime decisioni dell’assemblea #UE sull’embargo di #Gas importato da Mosca. Il futuro dunque è denso di incognite.
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