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#Mariupol, acciaieria di Azovstal, teatro bollente della #guerra in #Ucraina. Questa zona industriale è da giorni di fatto l’ultimo baluardo della resistenza nella città sud-orientale del Paese. Un fortino eretto dal nucleo militare più discusso, il famigerata Brigata #Azov, che sarebbe in compagnia di civili inermi e sull’orlo del burrone. Accerchiati e bombardati, gli ucraini presenti nella struttura non hanno finora accettato la resa nonostante hanno visto le macerie aggiungersi colpo dopo colpo.
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Così mentre Mariupol è ormai considerata presa dai russi – “la fine dell’operazione per liberare Mariupol è un successo”, ha riferito il presidente Vladimir #Putin – quell’unico barlume gialloblù continua a restare cosa #ucraina. Contestualmente alla rivendicazione trionfale sul controllo della città, il leader del #Cremlino ha anche ordinato di annullare l’assalto “inopportuno” all’acciaieria. L’agenzia russa #Tass riporta le parole pronunciate in un incontro con il ministro della Difesa Sergei Shoigu: “Non c’è bisogno di arrampicarsi in questa catacomba e strisciare sottoterra lungo queste strutture industriali”.
Il bunker regge, per il momento. Resta da comprendere le motivazioni che hanno portato le milizie ucraine a una difesa così strenua di un unico sito, circondato da un’intero territorio ormai occupato dai russi. Si è fatta largo, ad esempio, l’ipotesi della presenza di uno tra i diversi #laboratori di biotecnologie made in Usa. Una versione nemmeno presa in considerazione dai cosiddetti professionisti dell’informazione, puntualmente riportata in diretta dal Prof. Alberto #Contri. Questo il suo intervento a Un Giorno Speciale, insieme a Giovanni #Frajese e Alessandro #Meluzzi, ai microfoni di Fabio #Duranti.
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